giovedì 24 gennaio 2008

Col senno di poi


Prodi è un vero combattente. Un lottatore. Uno che ora mi rappresenta più di molti altri. La decisione di andare in Senato a prendersi la fiducia, o a perderla, è segno di coraggio, di forza, di onestà intellettuale, di trasparenza. Tutte cose che in tanti, compresi i vertici del pd, sembrano aver dimenticato completamente. Qualcuno, peraltro, non le ha mai conosciute... Io fino all'ultimo spero che le cose si sistemino. E' pazzesco che di fronte alle questioni che devono essere discusse e risolte, ci sia qualcuno che pensa che sia meglio chiudere l'esperienza di questo governo e andare a votare, tra l'altro col rischio che si verifichi al Senato la stessa situazione che oggi sta vivendo il centro sinistra... Molti attaccano il pd, lo segnano a dito come la vera causa dell'accresciuta instabilità del governo. Qualche dubbio ce l'ho anch'io, ma poi mi chiedo se è possibile continuare, in futuro, a dipendere dai capricci di partitini e partiticchi che non rappresentano nessuno se on la famiglia del segretario, e allora penso che Veltroni ha fatto comunque bene a forzare la mano sulla legge elettorale. Anche se, onestamente, credo che più che le norme, sia malato e corporativo il modo di fare politica in Italia, e quindi il problema sia molto meno superficiale delle regole formali che dobbiamo darci una volta x tutte. E poi, credo che il segretario, una volta eletto plebiscitariamente com'è avvenuto, dovesse occuparsi di lavoro, salari, qualità della vita, sostenere le liberalizzazioni, la riforma della sanità, nominare un bravo responsabile di università e ricerca...Insomma, altro...

Ma del senno di poi son piene le fosse.

martedì 22 gennaio 2008

Crisi di governo



Mai parole furono più preveggenti...

lunedì 21 gennaio 2008



Il contratto dei metalmeccanici, questo anacronistico oggetto che tuttavia ogni tanto torna alla ribalta della cronaca, è stato firmato. Era il 1996, o '97, che Rifkin già sosteneva 'la fine del lavoro', con questo riferendosi alla scomparsa, soprattutto, del lavoro manuale e in particolare, del lavoro operaio. Poi, a scombinare tutte le teorie, arrivano 7 operai di Torino (x non parlare di tutti gli altri) che pensano bene di morire tutti insieme nello stesso incendio in fabbrica. Apriti cielo, allora gli operai esistono ancora!?! Eh sì, esistono ancora, e ci rappresentano pure. O meglio, rappresentano tutti quelli che campano con 1100 euro al mese e che, nonostante il Veltroni-pensiero, non sono sullo stesso piano del loro datore di lavoro. Neanche per sbaglio. E neanche sullo stesso piano dei manager d'azienda, e neanche dei capi del personale. C'è qualche migliaio di euro al mese, e qualche stock option, di mezzo, tra gli uni e gli altri...