Lamberto Dini fa parte del gruppo parlamentare più variegato del Senato, il gruppo misto, al quale sono iscritti da Angius Gavino (partito socialista. Partito socialista????) a Bordon Willer (Unione democratica per i consumatori, e qui i punti interrogativi ed esclamativi si spercano), da Cusumano Stafano (Udeur) a Rossi Fernando (Movimento politico dei cittadini) fino a Morselli Stefano (La Destra). Come dire, di tutto di più. E' vero, ci stanno anche i senatori a vita, quelli che sovente salvano la ghirba al governo, ma loro è giusto che stiano lì. Intanto, Dini si definisce ed è definito 'leader dei liberaldemocratici', che sono addirittura 3, lui compreso: Scalera Giuseppe e il mitico D'Amico Natale, ex margherito, opinionista di punta di Radio Radicale, dai microfoni della quale ogni domenica delizia la pennica pomeridiana con i suoi commenti sulle politiche avanzate del Fondo monetario internazionale nello stato dell'Utar pradesh.
Questi sono quelli che danno a Prodi dell'illuso, del parolaio, dell'ormai sull'orlo del precipizio. Sono quelli che sanno per certo che il governo sta al 25% di popolarità, e che possono permettersi di condizionarne la politica e addirittura la vita.
Quella che segue, invece, è la definizione di 'dememnza senile': "si parla di demenza quando si verifica un calo di memoria e di almeno un’altra capacità cognitiva che porta al peggioramento della funzionalità sociale o occupazionale". Serve altro?
giovedì 27 dicembre 2007
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